Nonostante mi interesso di cinema horror da anni, ancora non ho ben capito come cacchio ragionano i dirigenti delle case/filiali di distribuzione cinematografiche italiane. Come si può importare dall'estero (e nemmeno dagli USA o dal Regno Unito, ma dalla Thailandia!) una porcheria come La Bara? E poi si lamentano dei flop nelle vendite minacciando di tassare i biglietti del cinema... e ci credo!
Stendiamo un velo pietoso sulla questione ed esaminiamo, per quanto possibile, questa letale accozzaglia di scene morte.
La storia de La Bara poggia tutta su un famoso rito antico thailandese, ovvero la pratica di piazzarsi vivi in una bara e di farsi celebrare il funerale onde ingannare la morte. Un uomo felicemente fidanzato con una ragazza sempre in bilico tra il coma e la veglia ed una donna col cancro in procinto di sposarsi parteciperanno ad uno di questi eventi ma, come è facile immaginare, vivranno esperienze da "casi umani". Ah, sia chiaro, per rendere tutto più confuso, i due protagonisti non si conoscono affatto, sicché salteremo in continuazione dall'uno all'altra, da babbeo a babbea (e Ekachai Uekrongtham non è certo un regista famoso per le sue qualità... no, scusate, non è famoso e basta).
I due personaggi principali vivono, durante il rito, una specie di "esperienza di pre-morte", dopodiché... provate ad indovinare, non è difficile! Sì, esatto, cominceranno a vedere fantasmi e blablabla. Poi ci saranno chiacchiere assortite, ridicoli tentativi di spaventare lo spettatore, l'incontro tra i due protagonisti (e capiremo come, in realtà, le loro esperienze siano ambientate in periodi temporali diversi), qualche sequenza pseudo-onirica molto confusa e titoli di coda. Non è uno scherzo, il film è tutto qui.
Dopo il rito, la fidanzata del ragazzo cadrà meno spesso in coma, ma la coppia comincerà ad avere temibili visioni riguardanti una misteriosa donna che, per qualche oscura ragione, continuerà a tormentarli. La protagonista femminile, invece, guarirà misteriosamente dal cancro e rivedrà il suo futuro marito; dopo circa cinque secondi dall'incontro, un'amica le comunica che il promesso sposino in realtà è appena morto in un incidente. La giovane Einstein capisce così di avere a che fare con un fantasma e, dopo inutili lungaggini, contatta l'unico essere vivente in grado di aiutarla: il protagonista maschile. Ed ora, attenzione al colpo di scena: i personaggi principali non hanno vissuto le loro esperienze parallelamente, ma in due periodi temporali differenti. Wow. Si passa all'ultimo tentativo di "esorcismo dal maleficio" (anche questo narrato "in contemporanea" ma svoltosi in momenti diversi) ed ad alcuni conseguenti passaggi onirici. Nuovo colpo di scena: la donna che perseguitava il protagonista altri non era che la sua ex morta in un incendio, e lui LO HA SEMPRE SAPUTO. The End.
Una Bara Soporifera
Davvero incredibile, sono riuscito senza fatica ad includere, in pochissime righe, quasi tutti i contenuti de La Bara. Due volte. Questo per dimostrarvi come, in realtà, il film sia un cortometraggio diluito ed esteso a ben 86 minuti di pura noia. Credetemi, è molto più avvincente e spaventoso un monologo di Topo Gigio in pigiama. Per tenere gli spettatori incollati alle sedie, il buon regista/sceneggiatore Uekrongtham (se fossi in lui, cambierei nome alle anagrafe) ha optato per una drastica soluzione: addormentarli.
A parte gli scherzi, La Bara non è che un insieme di dialoghi poco interessanti, intervallati da fiacchissimi momenti di orrore caratterizzati dalla comparsa di un paio di spettri per nulla inquietanti. Come tutti sapranno (seh, come no), le case di produzione thailandesi (e quelle filippine) da anni a questa parte continuano a sfornare una miriade di spudoratissime pellicole-clone dei celebri The Ring e The Grudge (con dovute eccezioni come, ad esempio, i due eccellenti Phobia); da questo punto di vista, La Bara si distacca non di poco dagli altri horror locali, ma non credo che, in questo caso, si possa parlare di un'evoluzione o di un "passo in avanti" del cinema made in Taiwan. Al massimo, di un passo verso il letto.
Da segnalare l'uso maniacale del blu in qualunque scena del film: tende blu, muri blu, paesaggi blu, erba blu, persone blu, fantasmi blu, TUTTO DANNATAMENTE BLU! Forse la storia si svolge sott'acqua ma, se così fosse, il regista avrebbe dovuto avvertirci in qualche modo con, non so, il passaggio di un cavalluccio marino. Pazzesco, semplicemente pazzesco.
- Se ci fosse una trama avvincente e coinvolgente
- Se ci fosse almeno una trama
- Se i protagonisti avessero una caratterizzazione degna di questo nome e non fossero dei bambolotti statici monoespressivi
- Se ci fosse un po' di azione
- Se ci fosse qualche momento teso
- Se ci fosse qualche elemento horror funzionale
- Se ci fossero dialoghi scritti da un professionista e non da un bambino di 9 anni
- Se ci fossero tutti i colori (nel 99% delle scene domina il blu)
- Se ci fosse qualche idea brillante nella sceneggiatura
- Se ci fosse qualche idea in generale
- Se ci fosse un regista capace come Takashi Miike o Shinya Tsukamoto al posto di Uekrongtham
- Se fosse meno confuso
- Se gli attori sapessero recitare
... La Bara sarebbe un capolavoro.
Ok, è una porcheria, ma una porcheria BLU, sia chiaro.
Voto personale: 2 1/2
Voto trashosità: 2
Voto splatterosità: 2 1/2
mwahahhahahha ancora una volta ci accodiamo ridendo e confermando alla tua recensione XDDDD una pellicola composta solo da noia, non-sense, immagini a caso, effetti/baraccone circense.. e niente altro!! mah!
RispondiElimina*Asgaroth'sMidnight
http://illabirintodeldiavolo.blogspot.com/
Dimenticate il blu ;)
RispondiEliminaMISERIA NERA! Ho visto "letters to juliet" (noto anche come "14 shades of yellow", visto che è praticamente GIALLO quel film), ma questo è ANCORA più blando come film. Talmente blando che se lo candeggi non scolorisce, anzi il blu si fa ancora più scuro. Comunque, seriamente... come si fa a importare cagate del genere? Ma i distributori e gli uffici di localizzazione li guardano ALMENO UNA VOLTA i film per cui dovrebbero pagare traduttori, doppiatori e compagnia cantante annessa? Insomma se proprio devono buttare soldi per distribuire un film di merda qui tanto vale che li brucino. Un po' come con "Alex l'ariete", che deve ancora rientrare in pari incassando € 3.097.192 (non smetterò mai di portarlo come esempio. Davvero, ci vuole arte per bruciare 6 miliardi di lire in un film)
RispondiEliminaNaaah, direi più "MISERIA BLU"! Non capisco davvero perché importare un film come La Bara. Giuro, ho visto, ad esempio, dei cloni di The Grudge fatti in Thailandia e/o nelle Filippine che, per quanto brutti ed inutili, strappano applausi al confronto di questa sozzeria. Questa e The Shock Labyrinth 3D, altra monnezza made in Asia inspiegabilmente distribuita nel nostro Paese. Mah!
RispondiEliminaMa per me è per il mercato degli "Orientofileggianti". Non intendo dire quelle persone intelligenti che conoscono la cultura orientale e vorrebbero vedere quelle produzioni nel nostro paese, ma di quegli scoppiati che sarebbero capaci di apprezzare anche l'immondizia se c'è stampato sopra "made in Singapore/thailand/china/japan/korea/affini". E ne ho conosciuti eh?
RispondiEliminaEhm... sono uno di quelli XD. Scherzi a parte, si tratta comunque di una cerchia ristretta di persone e, oggi, le case di distribuzione italiane snobbano alla grande il pubblico "di nicchia" (che siano estimatori acculturati o fessi). Ok, pensandoci bene, The Shock Labyrinth 3D è arrivato anche da noi cavalcando la moda delle tre dimensioni, ma La Bara? Perché portarla in Italia quando esistono titoli come i due 4Bia che meriterebbero molto (ma molto) di più? Mah!
RispondiEliminaAnche tu con Topo Gigio?! XD Mioddio, scriviamo in maniera inquietantemente similare!
RispondiEliminaComunque Ananda Everingham è un ottimo attore, anche se di questo "La bara" ricordo poco e nulla; quindi non mi pronuncio sulla sua presunta sindrome da Nicoletta Kidman.
"4bia" e "5 prangs" SONO SPETTACOLARI!!! Ma si sa che i distributori italiani capiscono meno di uno che ci capisce un cazzo!
Scriviamo in maniera similare? Naaah, tu sei CAPACE e non annoi :D.
EliminaAppassionata di film orientali? Ti consiglio (se non li conosci già) Yanggaw, Black House e Haze (titoli presi a casaccio dalla mia memoria, eh :D). Poi... hai mai visto Chaw (o Chawu)? Ci sono opinioni discordanti su quella pellicola, ma a me non è affatto dispiaciuta :)
Perché tu annoi?! A me NO :D
RispondiEliminaMi piacciono i film orientali fino a un certo punto... Quello che detesto, è il fatto che il 90% delle volte ci sia una maledizione che ricade su qualsiasi oggetto.
Ultimamente mi sto facendo la filmografia di Kang-ho Song (il prete di "Thirst") perché è un attore da paura: lo potresti mettere anche a fare il remake di SHOCK LABIRINTO e lo renderebbe un film piùmmeglio (no scherzo, quello rimane un film irreparabile!) :D
Grazie dei titoli comunque, devo iniziare a prender nota! Ma TU l'hai visto "NOROI"??
Beh, allora...
RispondiEliminaYanggaw è un film a tema esorcismo-possessione davvero interessante.
Black House un horror thriller simpatico ma non eccezionale.
Haze (o Haze - Il Muro) un mediometraggio di Tsukamoto claustrofobico ed aperto a molteplici chiavi di interpretazione.
Chaw è un eco vengeance un po' lento orbitante attorno alla figura di una bestia immane che vive in una foresta.
Come vedi, niente maledizioni e compagnia :D.
Noroi - The Curse? Cerrrto che sì :). È il mockumentary giapponese sui fenomeni paranormali e via dicendo, se non ricordo male. Simpatico, Mistero e Voyager dovrebbero prendere appunti :D
Hahahahaha!!! Ce l'hai su con Giacobbo eh?! Allora ti consiglio di leggere la sua voce sulla Somma Noncilopedia, ti schianterai dalle risate :D
EliminaSono riuscita a trovare solo "Black House" per ora, ma è praticamente impossibile da scaricare... "Yanggaw" mi ispira parecchio e spero di vederlo in tempi umani, anche perché un horror filippino mi manca in lista :)
io ti amo o.o ho pensato esattamente le stesse cose!
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