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lunedì 29 agosto 2011

ESP - Fenomeni Paranormali, dei The Vicious Brothers (Canada 2011)

Trama: La troupe televisiva di un reality show dedicato all'universo del paranormale trascorre una notte presso l'ospedale psichiatrico abbandonato di Collingwood in cerca di prove sull'esistenza dei fantasmi. Le troveranno ma, contro ogni loro previsione, diverranno prigionieri di un incubo senza fine...



Ci risiamo? Ebbene sì, oggi bastoniamo ESP - Fenomeni Paranormali, un altro mockumentary/found footage stile Rec e Paranormal Activity diretto con il solo ausilio di videocamere che sfrutta l'espediente del "reperto video ritrovato" per raccontare una storia dell'orrore. Pare proprio che l'idea di inquadrare "cose a caso" con la mano di un ubriaco afflitto dal morbo di Parkinson (alla Lucignolo, per intenderci) piaccia tantissimo ai registi novellini in cerca di un esordio col botto e, poiché le case di produzione adorano guadagnare tonnellate di monete sonanti spendendo una miseria, due dilettanti ribattezzatisi The Vicious Brothers hanno ottenuto il via libera per dar vita al loro personalissimo progetto. Nasce così ESP, filmaccione composto da attori semisconosciuti probabilmente pagati a panini e lampi di genio in fatto di creatività ed originalità.
Scream Quiz: una delle ultime due affermazioni è falsa, quale?
Ok, diamoci dentro.

Cialtronate in Tempo Reale (Spoiler Edition)

ESP - Fenomeni Paranormali ruota attorno alle attività professionali di una cialtronissima troupe televisiva che si occupa di un reality dedicato ai fenomeni paranormali. Per il sesto episodio di questo imperdibilissimo show, il team composto dal Roberto Giacobbo dei poveri, dal peggior falso medium della Terra, da un esperto in fatto di "rilevamento prove paranormali" e da due operatori tuttofare raggiunge l'ospedale psichiatrico abbandonato di Collingwood, un semplice edificio fatiscente come tanti altri. Iniziano le riprese giornaliere, composte sia da materiale destinato alla Tv che da scene più "private" ove possiamo scoprire i retroscena della puntata tra persone pagate per dire false testimonianze e presentatori che si scaccolano.


Durante le prime battute del film, lo spettatore medio avvertirà un poco di noia e tanta, tanta voglia di mettere le mani addosso a quel ridicolo e tedioso falso medium! Non parliamo di personaggi divertenti come il mago Gabriel o Otelma, ma di un nasone assolutamente incapace di recitare la parte del sensitivo. Quando gli vien puntata contro la videocamera ripesca frasi inedite come "sento una presenza", "c'è tanto freddo" o "c'è sofferenza e tristezza nell'aria" ("certo che c'é, sei tu!"), mentre al termine di ogni sessione di ripresa si vanta di essere stato eccezionalmente credibile. Seh, come no, credibile quanto un frate francescano ubriaco in discoteca, anzi, quanto il binomio tra onestà e politica.
Girando a vuoto tra i corridoi e le sale dell'ospedale, la troupe decide di farsi incatenare dentro l'edificio dal custode e di trascorrere la notte immersa nel buio e nel silenzio.
Piccola pausa di riflessione. ESP adotta praticamente l'espediente più vecchio del mondo in campo di racconti/film/leggende sui fantasmi, ovvero il forzare i protagonisti a "trascorrere una notte nella magione stregata". Solo che, questa volta, non ci sono testamenti ed eredità di mezzo. Da notare anche un altro dettaglio: la scelta dell'ambientazione. Un ospedale psichiatrico abbandonato. Porca l'oca, possibile che, quando ci sono spettri nella storia, il tutto debba accadere per forza in un castello, una villa od un ospedale? Ok, lasciamo perdere.
Scende la notte e la storia inizia a farsi interessante. Un momento, ho detto la storia? Scusate, volevo dire lo scenario. Bisogna davvero ammettere che, col favore delle tenebre, l'ospedale di ESP è inquietante, cupo, tetro, da brividi, il classico posticino dove il ragazzuolo medio porterebbe una fanciulla fragile ed emotiva per trasformarla in un polpo e farsi avvinghiare dai suoi "tentacoli". La trama invece è di una semplicità impressionante...


"Devo Documentare Tutto" (Super Spoiler Edition)

ESP prosegue seguendo una scaletta trita e ritrita. I protagonisti assistono ai primi misteriosi segni di fenomeni paranormali e decidono di svignarsela il prima possibile. Lo specialista del gruppo lascia gli altri per disattivare le altre telecamere posizionate staticamente nell'ospedale e, naturalmente, sparisce. Gli altri iniziano a cercarlo e vivono esperienze ancora più scioccanti, così cercano di filarsela ritrovandosi bloccati in un labirinto senza uscite, vagano, uno sparisce e muore, vagano, uno muore, vagano, ritrovano il primo tizio scomparso (nel frattempo completamente ammattito), vagano, il tizio pazzo si suicida, vagano, uno muore... Non so perché, ma qualcosa mi dice che questa sceneggiatura non otterrà una candidatura agli Oscar.
Nel film possiamo contare qualche trovata intelligente:

  • in particolari situazioni scomode, la videocamera viene lasciata a terra dall'operatore
  • i momenti di "paura" non sono da buttare, anzi, se visto in solitudine con cuffie a palla, ESP è carico di tensione e regala qualche piccolo salto dalla sedia
  • come già detto, l'ambientazione è semplicemente perfetta
  • l'attore che interpreta il Giacobbo dei poveri sa recitare
  • non è il classico film made in USA a prova di deficienti dove ogni singolo dettaglio deve essere spiegato minuziosamente (tipo "perché succede questo" o "perché i fantasmi hanno bocche larghe quanto tavolette del water")
  • non ci sono scritte di apertura o di chiusura che insistono su balle tipo "è una storia vera", "questo filmato è stato trovato nello zaino di un barbone sbronzo" e via dicendo

Questo però non è granché se diamo un'occhiata ai "contro" di ESP:

  • i dialoghi sono troppo, troppo prevedibili
  • anche a causa del punto sopra descritto, le personalità dei personaggi sono perfetti stereotipi, dalla ragazza che urla sempre al nero irritabile
  • nel gruppo nessuno è abbastanza intelligente da "ipotizzare" una soluzione in puro stile "ci giochiamo il tutto per tutto, proviamo ad uscire fuori da questa situazione così"
  • la videocamera è quasi sempre accesa e, durante le fasi di fuga, riprende quasi alla perfezione quello che sta osservando l'operatore. Ora prendete la vostra videocamera, accendetela e registrate tutto ciò che state osservando gettandovi di colpo in una corsa forsennata. Se riuscite a non cadere, potrete constatare come sia estremamente difficile capire che cacchio stia succedendo a causa del moto da "mal di mare"
  • i protagonisti si nascondono dai fantasmi di un ospedale psichiatrico infestato chiudendosi in uno stanzino. Ora vorrei che qualcuno mi spiegasse il senso di questa azione
  • l'onnipresenza di una frase ridicola ed ormai inascoltabile come "devo documentare tutto"
  • il falso medium. È semplicemente inutile ed irritante
  • come detto, la trama è di una banalità disarmante

Ormai gli spoiler sono volati che è un piacere, dunque metto in tavola quello che, secondo il mio modesto parere di stroncatore, dà un po' il "colpo di grazia" ad ESP, ovvero il finale!
Dopo una scena molto cruda (chi ha visto il film capirà a cosa alludo... moooolto cruda) e realistica, il Giacobbo dei poveri, rimasto solo e quasi partito di melone, individua una porta misteriosa. Varcato l'uscio si ritrova in una sala operatoria vecchia di decenni, fin qui tutto ok. Esplora i dintorni polverosi circondato dagli incessanti rumori provenienti da tutto l'ospedale, fin qui tutto ok. Scova un altarino di magia nera con dei libri illeggibili sopra, fin qui tutto... eh? Che c'azzecca la magia con l'edificio infestato? Mah! Comunque, si gira e, incredibilmente, assiste ad un intervento chirurgico in realtà avvenuto chissa quanti anni prima, quindi viene catturato dal dottore e dai suoi assistenti per essere lobotomizzato. Di fronte ad un epilogo del genere, il nostro cervello può reagire solo con periodi incompleti tipo "ma che...?", "perché mai...?" e "chicosacome...?". Non dico che un finale debba essere per forza di facile interpretazione o preceduto/seguito da un dialogo esplicativo, ma non sarebbe male lasciare almeno una parvenza di "senso logico", no? Quello che sappiamo è che il primo tizio scomparso e poi ritrovato, ovvero l'esperto di tecnologia, aveva perso la testa perché operato dallo stesso mad doctor nella fine. Allora fà che sia uno spirito orrendo a catturare e lobotomizzare Giacobbo, non un medico apparentemente normale! È come se alla fine de Lo Squalo di Spielberg il pescione mangiauomini morisse per via delle zanne di un vampiro apparso lì per lì, per caso!

Concludendo


Nonostante le bastonate, ESP - Fenomeni Paranormali non è un film da buttare del tutto via. Trattandosi però di un found footage, richiede alcuni requisiti per essere gustato al meglio:

  1. solitudine
  2. luci soffuse o assenti
  3. volume a palla

Se vi sono piaciuti The Blair Witch Project, Rec, Cloverfield, Paranormal Activity, The Tunnel e via dicendo, dategli una possibilità.

Voto personale: 6-
Voto trashosità: 2
Voto splatterosità: 4

lunedì 25 luglio 2011

La Bara - The Coffin, di Ekachai Uekrongtham (Thailandia 2008)

Trama: Seguendo un antico rituale thailandese per scacciare le negatività, un uomo ed una donna prendono parte ad un funerale "per vivi". Le conseguenze saranno terribili.



Nonostante mi interesso di cinema horror da anni, ancora non ho ben capito come cacchio ragionano i dirigenti delle case/filiali di distribuzione cinematografiche italiane. Come si può importare dall'estero (e nemmeno dagli USA o dal Regno Unito, ma dalla Thailandia!) una porcheria come La Bara? E poi si lamentano dei flop nelle vendite minacciando di tassare i biglietti del cinema... e ci credo!
Stendiamo un velo pietoso sulla questione ed esaminiamo, per quanto possibile, questa letale accozzaglia di scene morte.

La Bar(B)a (Spoiler & Boring Edition)

La storia de La Bara poggia tutta su un famoso rito antico thailandese, ovvero la pratica di piazzarsi vivi in una bara e di farsi celebrare il funerale onde ingannare la morte. Un uomo felicemente fidanzato con una ragazza sempre in bilico tra il coma e la veglia ed una donna col cancro in procinto di sposarsi parteciperanno ad uno di questi eventi ma, come è facile immaginare, vivranno esperienze da "casi umani". Ah, sia chiaro, per rendere tutto più confuso, i due protagonisti non si conoscono affatto, sicché salteremo in continuazione dall'uno all'altra, da babbeo a babbea (e Ekachai Uekrongtham non è certo un regista famoso per le sue qualità... no, scusate, non è famoso e basta).
I due personaggi principali vivono, durante il rito, una specie di "esperienza di pre-morte", dopodiché... provate ad indovinare, non è difficile! Sì, esatto, cominceranno a vedere fantasmi e blablabla. Poi ci saranno chiacchiere assortite, ridicoli tentativi di spaventare lo spettatore, l'incontro tra i due protagonisti (e capiremo come, in realtà, le loro esperienze siano ambientate in periodi temporali diversi), qualche sequenza pseudo-onirica molto confusa e titoli di coda. Non è uno scherzo, il film è tutto qui.


Proverò ora a ridescrivere La Bara spacciando per interessanti alcuni passaggi.
Dopo il rito, la fidanzata del ragazzo cadrà meno spesso in coma, ma la coppia comincerà ad avere temibili visioni riguardanti una misteriosa donna che, per qualche oscura ragione, continuerà a tormentarli. La protagonista femminile, invece, guarirà misteriosamente dal cancro e rivedrà il suo futuro marito; dopo circa cinque secondi dall'incontro, un'amica le comunica che il promesso sposino in realtà è appena morto in un incidente. La giovane Einstein capisce così di avere a che fare con un fantasma e, dopo inutili lungaggini, contatta l'unico essere vivente in grado di aiutarla: il protagonista maschile. Ed ora, attenzione al colpo di scena: i personaggi principali non hanno vissuto le loro esperienze parallelamente, ma in due periodi temporali differenti. Wow. Si passa all'ultimo tentativo di "esorcismo dal maleficio" (anche questo narrato "in contemporanea" ma svoltosi in momenti diversi) ed ad alcuni conseguenti passaggi onirici. Nuovo colpo di scena: la donna che perseguitava il protagonista altri non era che la sua ex morta in un incendio, e lui LO HA SEMPRE SAPUTO. The End.

Una Bara Soporifera

Davvero incredibile, sono riuscito senza fatica ad includere, in pochissime righe, quasi tutti i contenuti de La Bara. Due volte. Questo per dimostrarvi come, in realtà, il film sia un cortometraggio diluito ed esteso a ben 86 minuti di pura noia. Credetemi, è molto più avvincente e spaventoso un monologo di Topo Gigio in pigiama. Per tenere gli spettatori incollati alle sedie, il buon regista/sceneggiatore Uekrongtham (se fossi in lui, cambierei nome alle anagrafe) ha optato per una drastica soluzione: addormentarli.
A parte gli scherzi, La Bara non è che un insieme di dialoghi poco interessanti, intervallati da fiacchissimi momenti di orrore caratterizzati dalla comparsa di un paio di spettri per nulla inquietanti. Come tutti sapranno (seh, come no), le case di produzione thailandesi (e quelle filippine) da anni a questa parte continuano a sfornare una miriade di spudoratissime pellicole-clone dei celebri The Ring e The Grudge (con dovute eccezioni come, ad esempio, i due eccellenti Phobia); da questo punto di vista, La Bara si distacca non di poco dagli altri horror locali, ma non credo che, in questo caso, si possa parlare di un'evoluzione o di un "passo in avanti" del cinema made in Taiwan. Al massimo, di un passo verso il letto.
Da segnalare l'uso maniacale del blu in qualunque scena del film: tende blu, muri blu, paesaggi blu, erba blu, persone blu, fantasmi blu, TUTTO DANNATAMENTE BLU! Forse la storia si svolge sott'acqua ma, se così fosse, il regista avrebbe dovuto avvertirci in qualche modo con, non so, il passaggio di un cavalluccio marino. Pazzesco, semplicemente pazzesco.


Forse sono stato un po' troppo drastico. Ma sì, in fondo non è affatto male come film. Anzi, sapete che vi dico? La Bara è un nuovo punto di riferimento per il cinema horror! Diciamo che:

  • Se ci fosse una trama avvincente e coinvolgente
  • Se ci fosse almeno una trama
  • Se i protagonisti avessero una caratterizzazione degna di questo nome e non fossero dei bambolotti statici monoespressivi
  • Se ci fosse un po' di azione
  • Se ci fosse qualche momento teso
  • Se ci fosse qualche elemento horror funzionale
  • Se ci fossero dialoghi scritti da un professionista e non da un bambino di 9 anni
  • Se ci fossero tutti i colori (nel 99% delle scene domina il blu)
  • Se ci fosse qualche idea brillante nella sceneggiatura
  • Se ci fosse qualche idea in generale
  • Se ci fosse un regista capace come Takashi Miike o Shinya Tsukamoto al posto di Uekrongtham
  • Se fosse meno confuso
  • Se gli attori sapessero recitare

... La Bara sarebbe un capolavoro.
Ok, è una porcheria, ma una porcheria BLU, sia chiaro.

Voto personale: 2 1/2
Voto trashosità: 2
Voto splatterosità: 2 1/2

venerdì 8 luglio 2011

Spookies, di Genie Joseph, Thomas Doran (USA 1986)

Trama: Alcuni festaioli occupano una magione apparentemente abbandonata per dar vita ad un party selvaggio. Quello che non sanno è che nella magione si nasconde uno stregone decrepito in costante ricerca di energia vitale...



Uhm... B-movie?
Eheheh, direi più vicino ad uno Z-movie !

Nel prologo di Spookies abbiamo Billy, un tredicenne che gironzola di notte in un boschetto, ed alcuni giovani (escluso uno che di giovane ha ben poco) impegnati a vagabondare nella medesima zona alla ricerca di un luogo dove baldoreggiare. Sia il bambino che il gruppo raggiungono una decrepita villa spettrale con tanto di cimitero in giardino e scricchiolii sinistri provenienti da ogni dove. Il povero Billy ha vita breve, poiché in men che non si dica viene aggredito, trascinato e seppellito vivo da un... eh? Che cacchio è quello? Una specie di... goblin monco dal volto scuro?!? Ok, diciamo solo che Billy "viene sistemato", e tutto questo dopo aver aperto un pacco regalo contenente una testa mozzata situato in una stanza ornata a festa nella magione (ah, dimenticavo di dirvi che è il compleanno di Billy).
Ed i festaioli? Durante il party trovano per caso una ouija board, una di quelle tavole che anticamente servivano per comunicare con le anime dei morti. Per noia e curiosità, gli allegri idioti provano così a contattare qualche anima, ma in realtà ciò avviene perché un vecchio mago pazzerello nascosto nella casa ha intenzione di succhiar loro l'anima per riportare in vita la moglie defunta. Dopo appena qualche secondo, la villa si riempie di creature mostruose e sanguinarie.
Siete confusi? Se provate a seguire il film, lo sarete molto di più!

Nonostante il caos descritto poco sopra, la formula di Spookies è semplice e diretta: un vecchio stregone veste i panni del "burattinaio" che cerca costantemente di mettere in pericolo le sue "prede". Ed è davvero notevole la varietà di esseri mostruosi sui quali ripiega per raggiungere i propri scopi! Spaziano dai quasigoblin agli zombie, dagli spiriti maligni (una ragazza posseduta sembra addirittura provenire dal celebre La Casa di Sam Raimi!) alle gigantesche donne-ragno! Uhm... da questo punto di vista, forse c'è fin troppa varietà! Ma torniamo al film.


La storia di Spookies è chiaramente un pretesto continuo per far sì che i protagonisti si trovino catapultati in situazioni sempre più pericolose ed assurde, ed ecco il primo grande difetto della pellicola: è tutto vistosamente forzato. L'ordine degli eventi è più adatto ad un titolo "su binari", dove il/i protagonista/i è obbligato a seguire un percorso prestabilito, come un cunicolo interrotto di tanto in tanto da qualche stanza (insomma, lo scenario della grande villa piena di porte e stanze, in questo contesto, stona un poco).

Un altro elemento negativo in Spookies: la recitazione. È semplicemente di basso livello. Certo, abbiamo a che fare con un B-movie anni '80 e, di conseguenza, è assurdo sperare di seguire interpretazioni stellari e performance memorabili, ma... come dire... molte delle reazioni degli attori sono palesemente false e completamente innaturali! E non mi riferisco a "necessità di sceneggiatura", ma a veri e propri stravolgimenti della mimica e della psicologia umana in risposta a determinate situazioni!

Se passiamo alla caratterizzazione dei personaggi di Spookies, purtroppo, il discorso non cambia. Possiamo distinguere (voglio un "Olé" per ciascuna riga! Pronti?):
  • il tipico bulletto ribelle "faccia da schiaffi" anni '80;
  • un tipo maturo e razionale (contraddetto quasi sempre dalle sue azioni/reazioni);
  • la ragazza/oggetto del bulletto;
  • una coppia con problemi;
  • uno scemo patentato;
  • un vecchio rimbambito.
Se non ho citato qualcuno è perché non ha nemmeno un accenno di profilo psicologico, caratteristica non necessaria per ricoprire il ruolo tecnicamente noto come "carne da macello".
In Spookies non c'è un protagonista carismatico capace di rubare la scena... solo una banda di mentecatti e tanti mostri!

Gli effetti speciali, ovviamente artigianali e dotati di qualche tocco "digitale" dell'epoca, si lasciano guardare piacevolmente. Lo splatter è assente, mentre abbondano le belle creature grottesche di una volta (e ne approfitto per ricordare che stiamo parlando di un titolo realizzato nel 1984 ed uscito nel 1986).

Spookies in poche parole? Grottesco, lievemente/volontariamente ironico, involontariamente comico e pieno zeppo di creaturacce (parlo dei mostri, non degli attori che non sanno recitare). Non spaventa per nulla, non lascia col fiato sospeso... ma intrattiene comunque, grazie ai molteplici elementi di cui è composto.
Voto personale: 6+
Voto trashosità: 7 1/2

lunedì 4 luglio 2011

I 13 Spettri, di Steve Beck (USA 2001)

Trama: Arthur Kriticos eredita un' immensa magione ultramoderna da suo zio Cyrus.
La cosa lo rende felicissimo, dato che lui ed i suoi due figli stanno passando brutti momenti economici e familiari (per via della recente perdita della moglie).
Ma Arthur ignora che lo zio era un cacciatore di fantasmi...

Remake di un film degli anni sessanta, I 13 Spettri è un ghost movie che cerca di riproporre l'horror generato dall'equazione casa + fantasmi tentando di unire il vecchio con il nuovo.
Dopo circa 7 minuti di presentazione frenetica, conosceremo i veri protagonisti della storia: una famiglia di 3 persone che non se la passa affatto bene. Arriverà presto un avvocato per comunicare loro dell'inaspettata eredità lasciata dal semisconosciuto zio Cyrus.
Presto papà, figlio, figlia e governante visiteranno la loro nuova magione particolare, costituita da vetri con scritte in latino, strani marchingegni e... fantasmi nel sotterraneo!

Anche se il prologo lascia ben sperare e la trama non è completamente da bocciare, I 13 Spettri non tarderà a mostrare la miriade di difetti di cui è farcito.
La storia è dannatamente prevedibile, ogni singolo risvolto è praticamente telefonato, compresa "l'americanata" finale. Solite situazioni viste fino allo sfinimento, tanto che in alcuni punti è giustificabile uno sbadiglio o due.
La caratterizzazione dei personaggi è forzatissima. Il padre (Tony Shalhoub? Il detective Monk protagonista in un horror?) cerca solo di fare del bene per i propri figli; il più piccolo è curioso e testardo; la più grande è impulsiva; la governante ha la battuta pronta; lo zio è arrogante e malvagio eccetera... state sbadigliando? Bene, questo è I 13 Spettri! Non hanno certamente puntato a creare dei profili profondi e tutti da scoprire...
I dialoghi sono ingenuamente terribili! Le battute di sarcasmo non fanno nè caldo nè freddo, buona parte del parlato è scontata e si limita ad esporre le emozioni dei protagonisti così come le direbbe un bambino (magari un poco sboccato).
Il finale, è banale e scontato, così come il messaggio di fondo che, anche se moralmente corretto (la famiglia prima di tutto), ha un poco stancato!

Passiamo ai (pochi) pro?
Molto belli gli spettri del titolo, tutti diversi ed a loro modo inquietanti.
Anche gli effetti speciali, in fondo, non sono male, comprese un paio di scenette splatter davvero carine.

I 13 Spettri punta molto sugli effetti speciali ed i cattivi di turno, ma trascura tutto il resto.
Il risultato: un film incapace di trascinare e spaventare, con pochi bei momenti insufficienti a giustificarne la visione.
Voto personale: 5
Voto trashosità: 4