Premessa. Poiché il film in questione è assolutamente "inutile", percepisco il dovere di salvarvi la vita spoilerando alla grande sui contenuti della storia. Un giorno mi ringrazierete! In alternativa, se proprio ci tenete, troncate la lettura e guardatevelo. La salute è vostra...
Cosa vi aspettereste da uno slasher/torture porn simil Hostel di nome Scar? Diciamolo pure, la locandina è promettente, ed i cinefili che hanno avuto l'occasione di guardare May di Lucky McKee (2002) sanno che Angela Bettis è un'attrice capace di regalare solide performance sul set. Non vi preoccupate, ci vuole davvero poco per trasformare un progetto promettente in una porcheria insipida! In questo caso specifico abbiamo persino un colpevole: Zack Ford.
...e chi cacchio è?
È questo il problema: chi è Zack Ford? È il nome dell'allora esordiente sceneggiatore che ha sfornato la ridicola storia di Scar. Prima di passare ai tasti dolenti, sappiate che Ford non ha più scritto horror e, credetemi, è un sollievo!
La trama di Scar ruota completamente attorno a Joan Burrows (una Bettis paurosamente anoressica), una donna decisa a tornare al suo paese natale per confrontarsi con il passato. Da adolescente Joan è stata torturata, assieme ad una amica, da un certo Bishop, becchino locale di giorno ed improponibile serial killer di notte. Riuscita a salvarsi e dopo diversi anni dall'accaduto, una Joan ormai matura pianta le tende a casa di suo fratello... momentomomentomomento! Come ha fatto a salvarsi? Bishop è vivo o morto? Le risposte arriveranno poco a poco, ogniqualvolta la telecamera inquadra la spettrale Joan. Capite che significa? Flashback su flashback! In breve, la protagonista è una mezza schizzata che, dopo anni, ancora non riesce a trascorrere 5 minuti senza ripercorrere mentalmente il fattaccio. Curiosamente, i "salti nel passato" di Joan sono "ad episodi", ragion per cui solo verso la fine del film scopriremo che sorte è toccata al ridicolo Bishop. Ma torniamo nel presente.
Dicevo, una Joan ormai matura pianta le tende a casa di suo fratello, un poliziotto, e della nipote, studentessa adolescente. Il tempo di presentare i personaggi principali e Scar cambia faccia, rivelandosi un teen horror. Sì, perché l'attenzione adesso si sposta su Olympia, la nipote della protagonista, e quindi su festicciole non autorizzate, sbarbatelli, alcool, droghe e scimuniti arrapati. La giovine prende una cotta per il loser di turno e... ops, c'è un assassino in città che accoppa gli adolescenti! Ed indovinate un po'? Il modus operandi è simile a quello di Bishop! E tutto ha inizio proprio quando l'unica sopravvissuta ai giochini di Bishop torna a casa dopo anni di assenza!
Legittima domanda: c'è un nesso tra l'arrivo della protagonista e l'inizio degli omicidi?
Legittima risposta: no. Arriverete ai titoli di coda senza aver trovato una soluzione a questo particolare mistero. È stata solo una coincidenza o, forse, Joan è parente di Jessica Fletcher. Per eventuali reclami rivolgersi a Zack Ford.
Scar assume uno schema abbastanza ripetitivo: Olympia parla con suo padre, Olympia va dagli amici, viene trovato un cadavere, inquadratura sugli occhi sbarrati della Bettis e flashback, quindi tutto dall'inizio. Questo avviene per circa il 60% del film. Lo trovate intrigante? Se la risposta è sì, non avete mai visto uno slasher, se è no... rivolgetevi a Zack Ford.
In fase avanzata della pellicola abbiamo un fantastico twist di trama: Joan viene scambiata per una pazza maniaca omicida! Questo perché continua a farneticare riguardo al ritorno di Bishop tutte le volte che incrocia qualcuno per strada (ammettiamolo, non è un buon argomento per conversare) e perché... beh, la trovano sporca di sangue con un coltello in mano e due cadaveri nelle vicinanze. Voglio descrivervi tutta la sequenza perché merita.
Per evitare che il killer possa attaccare Olympia (l'assassino ha sempre e comunque scelto le giovani vittime in maniera abbastanza casuale), il fratello di Joan ha messo un collega poliziotto di guardia davanti casa sua. Durante la notte, dopo ovviamente un incubo/flashback, squilla il telefono. Joan si sveglia, risponde e scopre che lo sbirro di guardia non comunica sviluppi alla centrale ormai da un pezzo. La povera schizzata si alza di scatto e, gironzolando per casa, trova il corpo senza vita del fratello. Dopo essersi sporcata di sangue a dovere, Joan raccoglie un coltellaccio da terra e scopre che Olympia è sparita. Esce di casa, scopre che il poliziotto messo di guardia è stato assassinato (sorpresa sorpresa!), scorge un'ombra in lontananza in fuga tra i boschi (ombra che, per via del cappello, attribuirà a Bishop) e viene circondata dalla polizia. Passano cinque secondi e viene accusata di essere una psicopatica.
Ora viene da chiedersi:
- Dove cacchio era Olympia se l'assassino se la stava filando in scioltezza ed a piedi in mezzo ai boschi?
- Come ha fatto l'assassino ad uccidere silenziosamente due poliziotti (uno sbirro chiuso in auto ed il fratello di Joan, sempre rimasto in casa) armato solo di coltello?
- Perché l'assassino ha abbandonato l'arma del delitto di fianco al cadavere del fratello di Joan?
- Perché Joan e famiglia sono così stupidi da lasciare, in una situazione del genere, la porta di casa aperta (se ci fossero stati segni di scasso, certamente la polizia avrebbe dato maggior credito alle parole di Joan)?
Scar continua a sorprendere. Un nuovo flashback del passato mostra che, in realtà, Joan ha ucciso Bishop in maniera alquanto brutale. Allora, perché diavolo insiste a dire che L'ASSASSINO È BISHOP? Forse è matta davvero! Comunque ormai avrete capito chi è il colpevole, vero? Già, lo sfigatello che si è messo assieme ad Olympia. Un diciassettenne magrolino e smorto che uccide a destra e a manca spostando cadaveri grossi il doppio di lui. Ve l'ho già detto, rivolgetevi a Zack Ford!
Come ho già accennato, il personaggio più ridicolo di Scar è proprio Bishop, presente nel film solo grazie ai flashback. A causa della pessima prova recitativa di Ben Cotton, Bishop puzza di serial killer da un Km di distanza. Occhi "Doctor Who style", movenze e parlata da maniaco/pedofilo, un maledetto basco sempre in testa (non so voi, ma io non indosso berretti di notte quando sono a casa mia)... somiglia più allo stereotipo malriuscito di un assassino. Delude le aspettative anche dal punto di vista "pratico" in quanto, nonostante la varietà di arnesi di tortura a sua disposizione, dimostra di non avere quella "fantasia" in grado di esaltare lo spettatore appassionato di splatter. Di fronte ad un coltello ed un cucchiaio, questo imbecille sceglierebbe "l'arnese da minestra" se volesse infilzare qualcuno.
Voto personale: 4-
Voto splatterosità: 5
Voto trashosità: 4
Sbaglio o la trama di questo film mi ricorda molto la saga di Scream?
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