Trama: Durante la produzione di un film horror semiamatoriale in un bosco, alcuni studenti vengono allertati da un messaggio governativo diffuso via radio: i morti tornano in vita ed aggrediscono le persone! Il "documentario" è stato girato da uno dei ragazzi con una videocamera.
Ed eccoci qui a parlare di Diary of the Dead, un altro horror mockumentary/found footage che si aggiunge alla lista composta da titoli come The Blair Witch Project, REC, Quarantena e Cloverfield. Ma questa volta c'è un elemento capace sin da subito di attirare l'attenzione degli appassionati: il nome del regista! Lo avete letto nel titolo del post? Sì, proprio lui, il grande George Romero, l'autore di leggende come La Notte Dei Morti Viventi, Zombi e Creepshow!
Vediamo come se l'è cavata Giorgino, allora!
Diary of The Dead apre con una specie di prologo/spiegazione. Una ragazza (una dei protagonisti) spiega di aver montato alcune riprese effettuate da lei e da alcuni suoi amici durante la loro orribile disavventura, il tutto solo per svelare ai sopravvissuti a quello che potremmo definire un "olocausto zombie" su scala mondiale i retroscena di quanto è successo. Che ci crediate o no, già dalle prime battute possiamo storcere il naso! La ragazza dice di aver inserito nel reperto video dei brani in sottofondo... eh? Ma dico, è uno scherzo? Nemmeno nelle riprese di una marcia funebre qualcuno si azzarderebbe a rendere lo "spettacolo" più "digeribile" aggiungendo delle canzoni! Vi immaginate il video di un funerale con Master of Puppets dei Metallica? Vabbè, lasciamo stare.
Parte così il collage di filmati.
Un gruppo di ragazzi (nooooo, un teen horror) sta girando in piena notte la scena di un cortometraggio horror a scopo scolastico. Notizia alla radio: i morti camminano e sono cattivi! Panico generale e... ha inizio la fuga verso l'ignoto!
Diary Of The Dead è un completo disastro!
La storia è praticamente un agglomerato di clichè e di copia & incolla presi da altri film di genere zombie/catastrofe (romeriani e non). Fate un pò i conti: nel paiolo abbiamo dei fuggiaschi in cerca di un rifugio, dei militari, un governo "insabbiatore", un ospedale, una villa gigantesca e così via. Persino le situazioni che si ritroveranno ad affrontare i protagonisti mancano di originalità!
Ma non è finita qui! Romero ha forzatamente inserito un paio di elementi poco affini al genere: uno slang giovanile ed americano (dialoghi inutilmente volgari e, per la maggior parte, evitabilissimi) e l'onnipresenza di icone della tecnologia moderna (cellulari a parte avremo internet, portatili, videocamere...)!
Il risultato? Molti spezzoni sprecati ed inconcludenti!
Come detto poco fa, i dialoghi di Diary of the Dead ostentano un linguaggio sboccato (io l'ho visto in lingua inglese, e vi assicuro che non viene pronunciata una singola frase senza la celebre "F word", da "what the F. is that?" a "i don't know a F." e via dicendo) e, comunque, inconcludente. È impossibile creare un'atmosfera di tensione quando, ogni 10 secondi, c'è qualche fesso che deve gridare al mondo quello che pensa, dico bene?
Il livello di recitazione in questa sozzeria romeriana non raggiunge assolutamente la sufficienza. Gli attori sono poco convincenti, commettono troppe stupidaggini e trasmettono emozioni sbagliate e fuori contesto! Davanti a scene splatter appaiono tranquilli e rilassati (come se fossero ad una fiera di paese), mentre durante le pause contraddistinte da calma piatta possiamo scorgere qualcuno in piena crisi. Un po' come se, mentre preparate la colazione, iniziate a piangere ed a tremare perché "un giorno dovrete morire". Non è proprio realistico, vero?
A questo punto era intuibile, comunque lo sottolineo ugualmente: non esiste una caratterizzazione dei personaggi. Sono solo occhi, orecchie e (soprattutto) bocche incontrollate nel bel mezzo di una pandemia catastrofica. Insomma, è impossibile affezionarsi ad essi e, in numerose situazioni, ci ritroviamo a pregare affinché lo zombie di turno li massacri tutti a morsi. Lo scopo ultimo di Romero forse era quello di lasciare maggior spazio alla storia ed all'ambientazione, ma non si può dire che ci sia riuscito giacché avremo sempre questa inutile gentaglia davanti alla telecamera! Ma non dei semplici sconosciuti, bensì dei perfetti idioti! Voi come giudichereste un ragazzo che, in pieno assalto zombie, preferisce documentare tutto sulla videocamera invece di inseguire i compagni verso una stanza di "salvezza provvisoria"? L'ho detto, perfetti IDIOTI.
Gli effetti speciali di Diary of the Dead sono realizzati abbastanza bene, ma stranamente non siamo a livelli altissimi di splatter. Tanti zombie, qualche frattaglia umana e zero originalità.
Il finale (se così si può chiamare) del film bacchetta lo spettatore evidenziando morali scontatissime (la tecnologia è cattiva, il governo è cattivo, la società è cattiva, l'uomo è un animale e via dicendo) ma, giunti a quel punto, non era possibile aspettarsi di più.
Più che le cronache dei morti, immagino quelle annotate da Romero sul suo diario privato "Oggi ho toppato alla grande, ma sono Romero e la gente guarderà il mio film". Questo è accaduto perché il regista ha cercato di mettersi al passo con i tempi... ma per quale stramaledetta ragione? Perché i grandi geni come George Romero e Dario Argento vogliono cambiare stile a tutti i costi? I loro vecchi film sono senza tempo, dannazione! Tornate ad essere quelli di una volta!
Non consiglierei di guardare Diary Of The Dead se non per assistere al fallimento di un grande regista.
Voto personale: 4 1/2
Voto trashosità:5
Voto splatterosità: 6
95NX5DA9C4SY
Sono senza parole se non per il fatto che non riesco a crederci che sia stato fatto dal registra di creepshow
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