venerdì 29 luglio 2011

La Meute, di Franck Richard (Francia 2010)

Trama: durante un lungo viaggio in macchina senza meta prestabilita, Charlotte incontra e carica a bordo Max, un autostoppista. In seguito ad una sosta presso una piccola tavola calda, Max sparisce misteriosamente senza lasciare traccia. La giovane decide così di indagare sulla questione, ritrovandosi in men che non si dica immersa in un mondo di angoscia e terrore...



Negli ultimi anni, la Francia si è distinta nel campo dell'horror grazie ad alcuni titoli davvero convincenti ed interessanti. Basti pensare, ad esempio, a Malefique, a Martyrs, ad Inside, a Calvaire, a Dead End od al recente La Horde. Speranzoso di aver trovato l'ennesimo capolavoro proveniente dalla terra dello Champagne, ho posato gli occhi su La Meute, pellicola scritta e diretta dall'esordiente Franck Richard (non chiedetemi qual è il nome e quale il cognome). In due parole: che cantonata! Di colpo mi sono ritrovato di fronte al lato oscuro del cinema horror francese, caratterizzato dal collaudatissimo sistema "scopiazzascopiazzascopiazza", sceneggiature più bucate di uno scolapasta ed altri, incalcolabili difetti assortiti.
Bah, stronchiamo questo scempio!

Concatenamento di Assurdità

Protagonista di La Meute è Charlotte, una ragazza ribelle impegnata in un lungo viaggio senza meta presso le noiose campagne francesi. Durante la gitarella, la giovine incontra Max, un autostoppista inverosimilmente passivo che condivide con lei una certa passione per il tabagismo. Anche se Max puzza di serial killer psicopatico da un miglio, la protagonista è così annoiata che avrebbe dato un passaggio anche a Jason Voorhees con tanto di machete in bella vista. Stanca di guidare, Charlotte cede il volante al presunto maniaco avaro di parole e schiaccia un sonnellino. I due raggiungono così un sozzo ristorantino gestito da un donnone di mezza età che, per comodità, chiameremo "siora Cesira". Vedremo così i compagni di viaggio mangiare, raccontarsi vecchie barzellette e scambiarsi un paio di occhiate ammiccanti come non si vedevano dai tempi di Dawson's Creek. A rompere l'idilliaco momento, ecco che entrano in scena alcuni motociclisti cattivi drogati casinisti volgari ubriachi puzzolenti adoratori del demonio. Il gruppo provoca qualche noia ai due protagonisti, minaccia di stuprare tutto quello che si muove nel locale e viene allontanato dalla siora Cesira armata di un fucile a canne mozze. Chiusa la parentesi, Charlotte si perde tra i magnifici videogames anni '80 del ristorante mentre Max raggiunge il bagno (forse se l'è fatta sotto durante il ridicolo show messo in piedi dai teppisti di poco prima).


Sperate forse in un risollevamento della trama? Allora non avete capito. L'assurda partenza di La Meute è quanto di più razionale ed intelligente ha da offrire l'intero film!

Trascorre X tempo (X potrebbe essere ore o giorni, non è specificato). Charlotte si stufa dei videogiochi e, guardandosi intorno, non vede Max. La ragazza raggiunge così il bagno e, sorpresa delle sorprese, non trova il suo anonimo compagno di viaggio. Ora è necessario un piccolo "riepilogo della situazione". Giusto qualche ora fa avete deciso di dare uno strappo al signor Nessuno. Vi siete fermati in un locale, avete mangiato e, di colpo e senza preavviso, il signor Nessuno svanisce nel nulla. Va bene, mi sembra giusto, spendete pure un'oretta a cercarlo, ma dopo ANDATEVENE! Chi se ne frega se il babbeo ha scelto di svignarsela, l'importante è che abbiate con voi il vostro portafogli e la macchina. Questo semplicissimo e giustificatissimo concetto NON è stato applicato in La Meute. Charlotte vuole sapere a tutti i costi dove è andato Max. Esamina così il bagno senza trovare indizi, esce dal locale, attende a bordo della sua auto l'ora di chiusura, quindi entra di straforo nel ristorante rompendo un vetro e torna al reparto "servizi igienici". E trova una porta segreta!!! Già, è tutto così logico...

Road Thriller Zombie Torture Porn Movie (Super Spoiler Edition)

Come abbiamo appena visto, nelle sue fasi iniziali La Meute si rivela un horror/thriller on the road. Quello che invece non sapete ancora (a meno che non abbiate già guardato questa porcheria) è che il film non riesce a mantenersi su un unico genere per più di dieci minuti.

Durante le fasi di investigazione, Charlotte viene stesa dalla splendida siora Cesira. La giovine si risveglia rinchiusa in una gabbia come un animale, scoprendo così in parte come stanno veramente le cose: Max non è altri che il figlio della siora Cesira e funge da esca per attirare/imprigionare i turisti ficcanaso. Sapete cosa significa? Che, nonostante quanto abbia fatto sia quasi assurdo, la reazione di Charlotte alla sparizione dell'autostoppista sconosciuto rientrava nei piani dei "cattivi" di turno! Logico quanto piazzare un coltello nel centro di una stanza prevedendo l'eventuale caduta della vittima. Ok, lasciamo perdere.
La Meute diventa un torture porn alla Hostel con qualche piccola contaminazione di Non Aprite Quella Porta. Charlotte trascorre così qualche giornata cercando di comunicare con un compagno di gabbia semiritardato e sottoponendosi contro la sua volontà a strane trasfusioni.
Lo spettatore giunto illeso fino a questo punto del film si chiederà giustamente "ma a quale scopo il donnone ed il ragazzo imbecille fanno tutto questo?". Provate ad indovinare: non sono cannibali, non mirano a ricavare qualche entrata economica vendendo organi né sono sadici torturatori. Ok, siete confusi, vero? In sostanza, il destino riservato alle vittime è quello di essere offerte in sacrificio a degli orribili mostri umanoidi residenti sotto terra. Ah, ve l'avevo detto che La Meute cambia genere ogni 10 minuti?
Vivendo sopra una porzione di terreno affollata di pseudo-zombie maledetti, la siora Cesira si è ritrovata di fronte ad una dura scelta, trasferirsi od offrire periodicamente della carne fresca alle immonde creature per placare la loro fame. Forse per via della crisi e per il costo degli affitti, ha optato per la seconda soluzione.
Sopravvissuta alla prima "offerta" e, forse, un poco delusa dal fatto che le bestie grottesche abbiano mostrato attenzioni all'altra vittima, Charlotte attende il momento migliore per darsela a gambe. Dopo una lotta tra un vecchio contraddistinto da un'improponibile maglietta sconcia e la siora Cesira, la ragazza riesce a fuggire assieme a Max (nel frattempo pentitosi di quanto ha fatto per tutta la vita... mah) in una baracca nelle vicinanze. Indovinate un po'? La catapecchia è il quartier generale dei motociclisti idioti incontrati nel ristorante! Spuntano così fuori le creature e danno vita ad un remake amatoriale de La Notte dei Morti Viventi, quindi si scopre che la siora Cesira AKA Iron Man è ancora viva e vegeta nonostante abbia incassato un colpo di fucile da distanza ravvicinata. Inutile bagno di sangue, morti a catena, una sequenza onirica fuori contesto che getta nella confusione più totale e titoli di coda. Grazie per aver scelto La Meute.


Concludendo

Descrivendo l'intera storia, penso di aver mostrato nel complesso le caratteristiche di La Meute. Si tratta di un'accozzaglia di eventi legati da una trama piena di stranezze, buchi e contraddistinta da:

  • Recitazione anonima
  • Mania compulsiva di miscelare sottogeneri horror diversi
  • Personaggi poco carismatici
  • Caratterizzazioni abbozzate ricche di contraddizioni
  • Stranezze a livello di trama
  • Qualche buon effetto speciale
  • La mitica siora Cesira

Come per Frontier(s) (lo stroncherò presto, non temete), ho spesso letto e sentito opinioni positive nei confronti di questa schifezza francese. Lo spettatore occasionale di horror in fondo non può sapere che quelle scene sono state tutte rubate, né ha idea di come sia strutturato un film dell'orrore ben scritto e realizzato. Se rientrate in questa categoria, accettate il seguente consiglio: prima di gettarvi su una pellicola, informatevi sulla sua qualità consultando affidabili recensioni. Allo stesso modo, però, evitate gli spoiler (quindi sconsiglio, ad esempio, Wikipedia). Ne approfitto per ricordare che il sottoscritto ricorre agli spoiler (anche estremi) solo quando il titolo è una ciofeca scartabile.

Voto personale: 4+
Voto trashosità: 6- (alti e bassi)
Voto splatterosità: 5 1/2

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