domenica 31 luglio 2011

Devil on the Mountain, di Steven R. Monroe (USA 2006)

Trama: In seguito ad una rapina in banca, un gruppo di malviventi si ritrova costretto a seminare le forze dell'ordine locali scappando nei boschi. Ma tra gli alberi si cela una presenza terrificante...



Non sono molti i film (horror o meno) orbitanti attorno alla misteriosa figura del Big Foot AKA Sasquatch AKA Piedone. Lo sceneggiatore Michael Worth deve aver pensato a questo quando ha steso lo script di Devil on the Mountain, horror americano diretto da Steven R. Monroe (I Spit on Your Grave ed il terribile Saw-clone House of 9) uscito in DVD anche in Italia ormai da qualche mese. Intrigante, un titolo sul Big Foot prodotto nel 2006 ma giunto da noi nel 2010. Perché tutto questo ritardo? Forse le case/filiali di distribuzione nostrane hanno individuato le potenzialità (economiche e non) di questo film solo in un secondo momento? No, niente di tutto ciò, ve lo garantisco: Devil on the Mountain è una ciofecuzza da quattro soldi.

Rapine, Inseguimenti, Crodini (Spoiler Edition)

Devil on the Mountain si svolge in un paese di montagna e, prevalentemente, nei boschi adiacenti ad esso. Nelle primissime scene vedremo un meccanico sulla sessantina impegnato a riparare l'auto della sua giovane ed affascinante moglie. Dopo discorsi senza né capo né coda, una voce emerge da un walkie talkie parlando di un terribile incidente e di un'enorme figura pelosa che si aggira nei paraggi. In quell'istante, un pirata della strada investe ed uccide la moglie del meccanico. Ve lo dico da subito: alla guida dell'auto non c'era nessun Big Foot.
Il vero film ha inizio dodici anni dopo gli eventi del prologo, quando una banda di malviventi composta da un giovane "piacione" egoista, un fanatico giocatore di borsa, uno psicolabile, una fotocopia sbiadita di Lucy Liu ed un beota destinato a vivere circa 5 minuti rapina la banca locale. Salendo su un furgone preparato per la fuga, i Bassotti dei poveri uccidono un popolare poliziotto e scappano dalla città, scontrandosi con l'auto di una donna popputa e rimanendo appiedati. Raggiunti dalle incompetenti forze dell'ordine locali, il gruppo e la ragazza/airbag (divenuta ovviamente un ostaggio) gironzolano a casaccio per i boschi nella speranza di seminare gli sbirri.
Gli uomini in divisa, formati da un anziano decrepito miracolosamente ancora in piedi, un messicano scambiato per un indiano ed un deficiente spaventato persino dalla sua stessa ombra, attendono così l'arrivo di un quarto uomo, un vecchiarello arzillo esperto in escursioni, pedinamenti, inseguimenti, combattimenti, camuffamenti ed escrementi. Il suo arrivo dà il via ad una serie di sequenze insulse e noiose, spezzate di rado dagli assalti di una creatura pelosa non identificata. Finalmente! Sarà il Sasquatch, giusto? Ehm... credo di sì, anche se somiglia più al gorilla della pubblicità del Crodino mentre si muove baldanzosamente come la mascotte di una squadra dell'NBA. Ah, e per cercare di mascherare il palesissimo costume di carnevale del peloso cattivo di turno, il regista ha pensato bene di agitare la telecamera durante i suoi attacchi e di sfocare le inquadrature; in poche parole, un filmato amatoriale sul Big Foot girato da due turisti giapponesi è più realistico e credibile.
Torniamo alla storia di Devil in the Mountain.
Dopo aver sparato a vuoto per ore fra gli alberi (quasi senza motivo, oserei dire), i delinquenti trovano una casa in mezzo al bosco e, molto presto, vengono raggiunti dai poliziotti idioti. All'appello manca però il malvivente "piacione", rimasto appeso ad un ramo in seguito ad un breve scambio di opinioni con Piedone. Ed ecco che, tra gli alberi, spunta fuori armato di fucile il meccanico visto nel prologo del film, pronto a prendere in mano la situazione improvvisandosi il Clint Eastwood di turno. Salva così il piacione, raggiunge la casupola con tutti i sopravvissuti e propone una tregua tra buoni e cattivi definendosi "l'unica possibilità di salvezza". Da qui in poi, la storia riesce persino a peggiorare in quanto a qualità e logica, soprattutto perché i personaggi mettono in mostra il loro vero "io". Sbadigliando, lo spettatore si dovrà sorbire una serie di noiose discussioni, esperienze di vita passata trite e ritrite, collaborazioni ed alleanze improbabili, contraddizioni caratteriali e via dicendo. E sapete cosa ha fatto nel frattempo il Sasquatch? Ha lanciato delle pietre alle finestre della casa e se ne è andato. Che paura! Poteva almeno mettere un sacchetto incendiato pieno di cacca davanti alla porta e suonare il campanello prima di svignarsela.


Il gruppo trascorre la notte nella casupola (nonostante in un paio di scene sia possibile scorgere la luce da dietro le tapparelle). Al mattino successivo, la donna popputa viene aggredita dal malvivente psicolabile ormai rimasto senza Prozac da troppo tempo; arriva così il piacione a salvarla, seguito dall'intera combriccola di imbecilli. Nelle sequenze successive possiamo così comprendere che:

  • Il Sasquatch è curiosamente invulnerabile ai proiettili
  • Il Sasquatch ha un muso di plastica
  • Le munizioni sono infinite (ma inutili)

Devil on the Mountain tocca veramente il fondo sul finale. I sopravvissuti, tutti raccolti nella medesima porzione di bosco, si ritrovano attorno al Big Foot. La creatura si avvicina minacciosa a miss airbag e, per qualche oscura ragione, il meccanico grida a lei ed al piacione "tenetevi per mano". I due eseguono l'ordine mentre tutti gli altri ripongono le armi a terra. Il Sasquatch li lascia improvvisamente stare (sebbene sia stato lui ad iniziare la carneficina), mostra di essere gravemente ferito (e da cosa? Gli hanno sparato addosso di tutto e non si è fatto un graffio! Mah) e muore. Evviva i finali nonsense!

Senza Peli Sulla... Mano!

Devil on the Mountain è stato prodotto con un budget bassino e si vede, ma a tutto c'è un limite. Per prima cosa, quanto sangue dovrebbe scorrere in un film dedicato alla figura di un Big Foot incacchiato? Molto, basta immaginare il bestione mentre afferra un essere umano portandolo sopra la sua testa e spezzandolo in due, o quando tira una bella manata su un cocciuto cacciatore spiaccicandolo contro una roccia. Beh, tra i tagli nel film dovuti a carenze di fondi pare siano compresi gli effetti splatter, limitati giusto a qualche piccola pennellata di rosso sulla fronte dei protagonisti. Insomma, realizzare un progetto del genere senza gore è come mettere in piedi una bisca clandestina senza carte, dadi o roulette! Ma la scarsità di pecunia alla base della pellicola non è individuabile solo da questo aspetto.
Come già accennato, uno degli elementi peggiori di Devil on the Mountain è il Sasquatch, un palese attore in costume ridicolo nei movimenti ed assolutamente inguardabile. Verso le fasi finali del film, è addirittura possibile osservare le mani del Big Foot. Enormi? Pelose? Aberranti? No, semplicemente normali, UMANE! Spero che si siano dimenticati di coprirle, perché giunti a questo punto erano sufficienti un paio di guanti in finta pelle con un po' di peli sopra attaccati con l'ausilio di una buona colla. Io mi chiedo, non era meglio rinunciare ad un attore o due (ci sono diversi personaggi completamente inutili) ed investire maggiormente sugli effetti speciali? Ad esempio, la figura del meccanico non serve quasi a nulla (anche se dice di essere "l'unica possibilità di salvezza", non organizza niente, non ordina nulla, non ha un piano, non spara un proiettile... che differenza potrebbe fare se non ci fosse?): risparmiando su uno stipendio, penso che sarebbe stato possibile mettere due manine nuove al piccolo Sasquatchie, no?


Le ambientazioni sono state sfruttate molto male, anzi, non sono state sfruttate per niente. Un bosco ed una casa isolata, gli stessi ingredienti utilizzati, ad esempio, da Sam Raimi per La Casa; per questo osservandone l'impiego in Devil on the Mountain viene da pensare "che spreco"!
Nel complesso, la recitazione degli attori si mantiene sulla sufficienza stiracchiata, ma conta poco quando i personaggi da interpretare sono degli idioti totali simpatici quanto una martellata sulle gengive.

Concludendo

Devil on the Mountain è un horror da evitare e basta. Non appassiona, non intriga, non diverte, non soddisfa dal punto di vista della trama, dello splatter, della tensione, nulla.
Sconsigliato.

Voto personale: 3
Voto trashosità: 5
Voto splatterosità: 1

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